Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 4, Classici italiani, 1824, XIII.djvu/159

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TERZO 2I2 I per pubblicarli amendue, non vi aggiugnesse allora quelle espressioni di sarcasmo e d’ironia , che probabilmente non avea usate dapprima. Il sentimento del Giraldi fu poi seguito da molti altri che ci rappresentano il Vida come un freddo versificalo!’ Virgiliano. Altri al contrario vogliono ch’ei sia tenuto in conto di uno de’ più illustri poeti, e su ciò sonosi vedute uscire alla luce Dissertazioni, Apologie, Orazioni, Lettere, ec. in gran numero, che lungo e inutile sarebbe l’annoverare. E io non dirò che il Vida sia un poeta pien di estro e di fuoco. Assai pochi sono nel secolo xvi quelli a cui convenga tal nome; perciocchè ponendosi allora tutto lo studio nell’imitare gli antichi scrittori, e nel formarsi sul loro stile, ne avveniva che molti scrivean bensi con rara eleganza, ma stretti, per così dire, fra’ lacci della imitazione non ardivano spiegare il volo, e secondare liberamente il loro talento e la loro fantasia. Il Vida però, a mio parere, non è nè sì ardito espilator di Virgilio, che: suoi poemi si debban dire centoni, come alcuni hanno affermato; nè versificatore sì freddo, che nelle sue poesie ei non abbia e invenzione ed estro ed affetto, se non tanto che basti a riporlo nel numero de’ gran genj poetici, tanto almeno che gli dia buon diritto a sollevarsi non poco sopra la volgar turba de’ freddi versificatori. Ma del Vida sia omai detto abbastanza. XL11I. Piò altri poeti presero ad argomento de’ lor poemi i misterj della Religione, e qualche punto di storia sacra. Tali sono i tre libri