Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 4, Classici italiani, 1824, XIII.djvu/192

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2 154 LIBRO presero a comentar la Poetica latinamente, e, tra essi furono i più illustri Francesco Robor-I tollo, Vincenzo Maggi e Pier Vettori. Del primo già si è ragionato nel trattar degli storici, del terzo diremo più opportunamente nel capo se! guente. Qui parleremo sol del secondo, cbe e «legno di distinta menzione nella Storia della Letteratura. HV. Ei fu di patria bresciano, e diè i primi saggi del suo sapere nell1 università di Padova. Il Papadopoli ce ne dà poco esatte notizie (Hist. Gymn. patav. t. 1, p. 305), e fra le altre cose, con gravissimo errore, afferma ch’ei morì circa il 1543 , mentre è certissimo che visse molti anni appresso. Il Facciolati afferma (Fasti Gymn. patav. pars 3, p. 283) eh* ei fu dapprima fissato l’an 1528 alla prima cattedra straordinaria di filosofia col tenue stipendio di 47 fiorini, indi nel 1533 promosso (ib. p. 279) alla seconda cattedra ordinaria con 125 fiorini, che poscia crebbero fino a’ 3oo nel 1535, e sembra indicare che ivi durasse fino al 1543; nel qual anno fu a quella cattedra destinato un cotale Abraccio pugliese. Ciò pare che si confermi dalla narrazion del Borsetti (Hist. Gymn. Ferr. t. 2. p. 161) che afferma che il Maggi fu professore nell1 università di Ferrara dal 1544 fino al 1564» benchè egli sbagli dicendo che tenne scuola di medicina, scienza di cui il Maggi non fece mai professione. La cattedra di filosofia fu quella ch’ei sempre sostenne, e dapprima prese a spiegare i libri di \ri stot eie De Phisico Auditu. come raccogliam da una lettera scritta nel novembre del 1546 da Francesco Davanzali a