Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 4, Classici italiani, 1824, XIII.djvu/237

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TERZO 2 I (X) fatta la prima edizione, e il P. degli Agostini ne cita qualche tratto che non leggesi nella seconda , che fu da lui in gran parte cambiata (Vita di B. Egnaz. p. 78, 82) (a). A queste opere debbnnsi aggiugnere kt lettera latina al Vettori poe’ anzi citata, e tre italiane al Maioragio, clic sono stampate in seguito a quelle di Marquardo Gudio (p. 121); nelle quali egli amorevolmente il persuade a dar fine all’aspra contesa clic avea col Nizzolio, di cui tra poco diremo, e scuopre l’amabil sua indole nimicissima di tali briglie. Egli è scrittore erudito non men che elegante; e tra* comentatori di quell’età è un de’ pochi clic anche al presente si possan leggere con piacere e con frutto. MI. Un altro professore dello stesso cognome, ma che non avea attinenza alcuna con Sebastiano, ebbe il regno di Napoli, cioè Quinto Mario Corrado, nato in Oria da Donalo Corrado e da Luigia Caputa nel i5o8. Molti ne hanno scritta la Vita, e più recentemente di tutti il Tafuri (Scritt. napol. t. 3, p. 41°)> da cui trarremo le principali notizie, aggiugnendo però, ove faccia d’uopo, alcune cose da lui e dagli (a) La Quaestura del Corrado, stampata nel 1 firjf , è opera del tutto diversa da quella eli egli stampo nel 1555 col titolo Egnatius sive Quaestura. Nella prima cgliesanina, corregge e spiega diversi passi degli antichi scrittori; nella seconda tratta singolarmente della Vita di Cicerone. Veggasi ciò che di queste e di altre opere del Corrado si è detto nella Biblioteca modenese (t.2, p. 74), ove anche si son prodotte più copiose notizie intorno alla vita di questo celebre professore.