Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 4, Classici italiani, 1824, XIII.djvu/251

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/ TERZO 2213 adizione, raccontano (p. 137) che Lorenzo Gambara era stato dapprima lontano da ogni studio; che essendo venuto a Brescia Timperador Carlo V, ed essendo fra gli altri venuto egli a corteggiarlo, Y imperador mostrò di stupirsi al vedere che il conte non sol non sapeva la lingua spagnuola e la tedesca, ma neppur la latina , e che questi fu sì confuso per tale incontro, che diessi tosto a cercare di alcun valente professore di lingua latina, e propostogli il Nizzoli , sel prese in casa, e f ebbe sempre carissimo. Ma a me sembra che, oltre all’essersi qui confuso Lorenzo con Gianfrancesco Gambara, un tal racconto non ben combini con ciò che abbiamo udito narrarsi dallo stesso Nizzoli, cioè che nel 1535 erano già tredici anni eh1 egli slava in casa di Gianfrancesco. Carlo V non venne in Italia prima del 1529, nè potè innanzi a quest’anno vedere il Gambara in Brescia. Se dunque il Nizzoli fin dal 1522 era presso il conte, come potè questi determinarsi a volerlo nel 1529? Nella prefazione medesima racconta il Nizzoli che fin da nove anni prima avea egli ad istanza del conte intrapresa quell’opera; che questi avea voluto ch’ella si stampasse iu sua casa nella sua terra di Pratalboino, e che Matteo e Cammillo Avogadri, padre e figlio, avean voluto addossarsi la spesa di questa edizione. Quest’opera fu poi pubblicata più altre volte colle aggiunte di dottissimi uomini, e le fu anche cambiato il titolo, ed or fu detta Thesaurus ciceronianus, ora Apparatus latinae locu* tionis, c ne è nota abbastanza l’utilità e il pregio in cui sempre è stata avuta, non ostanti