Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 4, Classici italiani, 1824, XIII.djvu/260

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2 23 2 LIBRO appella Civitatula (ib. p. 4°9)> e c^e è probabilmente Cittadella, picciola città tra Padova e Bassano. Tornossene poscia a Lugo, ove nel 1534 prese in sua moglie Flora Ravana, e poco appresso passò a Ravenna a tenervi pubblica scuola. Una mortal malattia, da cui fu posto in gran pericolo della vita, nel 1538 gli fece bramare mutazion di soggiorno; e cominciò ad adoperarsi per mezzo di Celio Calcagnini per esser chiamato a Ferrara precettore del principe Alfonso figlio del duca Ercole II. Il Ricci si vanta talvolta di essere stato spontaneamente chiamato a quella corte (De Consil. Princip.)’ ma a dir vero, non senza ragione gli rimproverò Gasparo Sardi in occasion di una lite che con lui ebbe, ch’egli erasi proccurato colf opera del Caleagnini quell1 onorevole impiego, di che fanno indubitabile testimonianza le lettere del Ricci medesimo (l. cit. p. 532, ec.) e del Calcagnini, dalle quali anzi raccogliesi che anche la mediazione dell1 Amaseo e di Lazzaro Buonamici fu adoperata (Calcagn. Op. p. 160, 168). Non è dunque vero, ciò che nell1 accennata Vita si afferma, ch’ei venuto a Ferrara, prima fosse per due anni professore in quella università, e che poscia venisse chiamato a corte; perciocchè tutto il seguito delle lettere del medesimo Ricci ci mostra che nell’anno 1539 ei si trasferì a Ferrara, per istruire il principe Alfonso, a cui, dopo qualche anno, si aggiunse il principe Luigi di lui fratello, che fu poi cardinale. Ei fu assai caro ad amendue questi principi (*), e ottenne (*) Sommamente onorevole al Ricci c il chirografo