Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 4, Classici italiani, 1824, XIII.djvu/259

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TERZO 31! 21 studii et officii genere bonamm nrtir/m studiosos onines prosequatnr (CL Viror. Epist. ad P. Victor, t. i, p. 70). XII. Benchè non tenesse mai scuola in alcuna pubblica università, non dee però qui passarsi sotto silenzio Bartolommeo Ricci, clic ebbe l’onore di esser maestro a due principi Estensi. Ne abbiam la Vita premessa alla ristampa delle sue Opere, fatta in Padova nel 1748, alla quale però potrem fare alcune non inutili giunte. Egli era di Lugo nella Romagna, e vi nacque nel i49°Nella citata Vita si afferma ch’egli studiò in Ferrara. Io di ciò non trovo indicio; e veggo anzi ch’ei dice di essere stato scolaro dell’Amaseo in Bologna: Romulum Amasejum... cum Bononiae ejus auditor essem... sum admiratus (De Imit. l. 2). Sembra probabile che da Bologna passasse a Padova ove molto giovossi della conversazione di Andrea Navagero (Op. t. 2, p. 23), e che di là si trasferisse a Venezia nel 1513, ove da Marco Musuro fu, ad istanza del Navagero, amorevolmente accolto (ib. p. 229), ed istruito nelle lettere greche, di’ ei fosse pubblico professore d’eloquenza in Venezia, come nella Vita si afferma, io non ho lumi nè a negarlo, nè a provarlo. Ben è certo ch’ei fu per più anni in casa di Giovanni Cornaro maestro di Luigi di lui figliuolo, che fu poi cardinale: ove però egli ebbe la sventura di perdere alcune sue opere all’occasion di un incendio che si eccitò nel palazzo da lui abitato. Poichè il suo discepolo cominciò ad essere impiegato ne’ pubblici affari, il Ricci fu per qualche tempo maestro in un luogo ch’egli