Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 4, Classici italiani, 1824, XIII.djvu/291

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TERZO. 2253 avrebbe voluto eli’ ei divenisse un illustre giureconsulto. Ma egli, che non volea lasciare di esser Portico delle Muse, tornossene presto a Brescia e ai primi suoi studj. Il sig. Nember ci narra che lo Stoa, vago di farsi conoscere in paesi lontani, passò circa il 1503 in Francia; che il celebre Ottavio Pantagato , il quale in Parigi faceva i suoi studj, lo accolse amorevolmente; ch’egli vi si fece presto conoscere ed ammirare per modo , che il re Luigi XII lo destinò maestro del futuro suo successore Francesco I; che poscia fu scelto professore di belle lettere nella università, di cui fu anche rettore; e che nel 1508 tornò col re in Italia. Io chieggo licenza a questo valoroso scrittore di proporgli alcuni miei dubbj su questo primo viaggio del Quinziano a Parigi. Il Pantagato certamente non poteva allora essere studente in quella città; perciocchè egli era nato, come a suo luogo si è detto (par. 2), nel 1494 e non recossi a Parigi se non poichè fu entrato nell’Ordin de’ Servi; il che non potè avvenire che verso il 1510. Quali pruove poi si adducono di un tale viaggio? Gli scrittori dicono eli’ ei fu in Parigi. Nè io il nego; ma cercasi a qual tempo. E io non trovo che alcuno c1 indichi lo spazio tra ’l 1503 e ’l 1508;e perciò la loro asserzione si può intendere del viaggio in Francia , che il sig. Nember chiama il secondo, e che io inclino a creder l’unico. In fatti io non trovo alcuna opera dello Stoa stampata in Parigi nel corso de’ detti anni, trattene tre Ode in lode del Cardinal Amboise arcivescovo di Roano, stampate nel 1503. Ma si