Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 4, Classici italiani, 1824, XIII.djvu/344

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a3o6 LIBRO le altre, dalla Chiesa proscritta. Il gran duca Cosimo scelse alcuni de’ più periti nella lingua toscana, perchè presiedessero a questa edizione , sicchè ella riuscisse quanto più esser poteva esatta e corretta , e ne fosser tolte le cose che offendevano la Religione. Questi, secondo il ch. sig. Manni (Stor, del Decam, par. 2 , c.10), furono Bastiano Antinori, Agnolo Guicciardini, Vincenzio Borghini e Antonio Benivieni; e il Decamerone per opera loro uscì in Firenze dalle stampe de’ Giunti nel 1573, e l’anno seguente si pubblicarono le Annotazioni de’ Deputati medesimi sopra alcuni luoghi del Boccaccio , la qual opera fu però distesa interamente dal suddetto Borghini. Ma questa edizione non soddisfece agli amatori della lingua toscana; e parve loro che troppo severi fossero stati i censori togliendo dal Decamerone*più cose-cbe poteano senza scandalo lasciarsi intatte. Al contrario il gran duca Francesco, successore di Cosimo, credette ch’essa non fosse abbastanza corretta, e che più cose ancora se ne dovesser troncare , e ordinò al cav. Lionardo Salviati di darne una nuova edizione, Diededela il Salviati nel 1582, e benchè essa venisse poscia ripetuta più volte, è nondimeno biasimato l’editore dagli eruditi, per averne tolte più cose che niuno danno arrecavano al buon costume , per avere cambiati a capriccio i nomi di alcuni paesi, per avere ancora mutate talvolta senza necessità le parole, e sconvolto l’ordine de’ periodi, per avere interpolati alcuni passi, e aggiunta qualche cosa del suo, e talvolta con gravissimi errori; intorno a che si posson vedere la Storia del