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3312 LIBRO parole (li Giovanni Marinelli, i Vocabolarj del Galesini, del Ruscelli, del Sansovino, del Venuti, che servono ad amendue le lingue, ed accenniamo solo due opere di più vasta estensione. La prima sono i xii libri Delle Frasi toscane di Giovanni Stefano da Montemerlo gentiluomo di Tortona, stampata in Venezia nel 1566, alla quale edizione medesima cambiato il titolo per le solite arti degli stampatori, fu sostituito quello di Tesoro della lingua toscana, fingendolo stampato nel 1594 (V. Zeno, l. cit. p. 71). L’altra cbe è la migliore di quante opere (di tal natura in questo secolo si composero, benchè essa non uscisse a luce che nel 1601, è il Memoriale della lingua di Jacopo Pergamini da Fossombroni. Il Pergamini era stato per lungo tempo al servigio della casa Gonzaga, e principalmente del cardinale Scipione, in nome di cui abbiamo alle stampe più Lettere da lui scritte negli anni 1587 e 1588 (Zucchi, Idea del Segr. par. 1, p. 1445 ec.). Di quest’opera del Pergamini fa onorevol menzione Bernardino Baldi in una sua lettera inedita a don Ferrante II duca di Guastalla, scritta da Venezia a’ 25 di maggio del 1603: Con la prima occasione manderò all E. V. un libro detto il Memoriale della lingua, fatica simile alla Fabbrica del Mondo, ma copiosissima, e tale, quale talhora l’E. V. ha mostrato di desiderare. V autore è il Sig. Giacomo Pergamini da Fossombrone, che fu già Segretario del Patriarca e poi Cardinale Scipione di f. m. Ma tutte queste opere cadder molto di pregio, quando uscì la prima volta alla luce il Vocabolario della Crusca nel 1612. Di esso dobbiam