Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 4, Classici italiani, 1824, XIII.djvu/415

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TERZO a^77 VII. Quella splendida munificenza nel promuovere e nell1 avvivare le belle arti, che tanto gloriosi avea renduti i pontificati di Leon X e di Clemente VII, fu parimente origine d’immortal lode al governo di Cosimo I e di Francesco e di Ferdinando de’ Medici di lui figliuoli e successori. Per opera loro singolarmente si vide Firenze sì adorna di magnifici edificj, e sì ricca de’ più vaghi lavori di pittura e di scultura, che dopo Roma non vi è forse città che le possa stare a confronto; e a loro innoltre dovettesi il fiorir che ivi fecero tanti celebri professori, che sostenuti e premiati dalla liberalità di que’ principi, ne renderon loro la miglior ricompensa eh1 essi potcsser bramare, assicurando ad essi un’eterna onorevole ricordanza. Io non prenderò ad annoverare distintamente nè le fabbriche per ordin di Cosimo innalzate, nè le Statue ed altri somiglianti lavori di cui egli fece abbellire Firenze, nè le pitture delle quali adornò i pubblici e i suoi privati edificj, nè le pruove non molto inferiori di somigliante magnificenza che diedero gli altri gran duchi che gli succederono. Le loro Vite, le orazioni funebri dette in. loro onore , le Storie fiorentine , i Ragionamenti altre volte citati del sig. Giuseppe Bianchini, le opere del Vasari , del Baldinucci e di più altri scrittori toscani ne sono piene, e io non potrei che ripetere un’altra volta ciò che mille volte è stato già detto. Basti dunque sol l’accennare che , oltre le opere delle quali adornaron Firenze alcuni degli artefici da noi già nominati, ivi fiorirono Fra Bartolommeo