Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 4, Classici italiani, 1824, XIII.djvu/422

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238.{ unno finir poscia del secolo fiorirono principalmente Federigo Barozzi da Urbino, pittor dolce e grazioso e nel disegnar diligente, e i Caracci co’" lor discepoli, de’ quali ci riserbiamo a parlare nel tomo seguente. Alcuni buoni pittori ebbe anche il Piemonte, e fra essi quel Macrino di Alba, morto verso il 1528, di cui prima di ogni altro ha parlato il sig. Giuseppe Piacenza nella sua nuova edizione dell’opera del Baldinucci (t. 2, p. 252, ec). Le notizie di questo pittore, come egli stesso afferma, furono a lui comunicate dal ch. sig. baron Vernazza, il quale poscia negli archivi di Alba ha scoperto che i veri nomi di questo pittore erano Gio. Jacopo d’Alladio. X. Fra tutti però i pittori italiani di questo secolo, tre sono quelli a’ quali per comune consenso, e senza contrasto di alcuno, si accorda sopra tutti la preferenza; ed essi sono Rafaello, di cui già abbiam detto, Tiziano e il Correggio, di cui dobbiam qui favellare in breve per riguardo al lor merito, ma alquanto più stesamente che non abbiam fatto della maggior parte degli altri. Del Tiziano ha scritto il Vasari (t. 7, p. 1), e dopo lui tutti gli altri scrittori di questo argomento, ma più esattamente di tutti il sig. Giangiuseppe Liruti (Notizie de’ Letter. dei Friuli, t. 2, p. 285) , di cui principalmente qui ci varremo. Tiziano Vecelli fu della terra di Pieve capo del Cadore , paese nelle Alpi del Friuli, ove nacque nel 1 /J77. Mandato in età giovanile a Venezia, perchè vi coltivasse il talento che già in lui scorgevasi grandissimo per la pittura, eLbe 9