Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 4, Classici italiani, 1824, XIII.djvu/444

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24o6 LIBRO fu destinato a condurre al suo compimento la fabbrica della santa Casa (Vasari, t. 3, p. 280, ec.). Lione Lioni aretino scultor famosissimo fu lungamente in Ispagna e nelle Fiandre ai servigi dell’imperador Carlo V e del re Filippo II, e molte statue e molti busti lavorò per que’ principi e per altri di loro famiglia, onorato perciò dal medesimo imperadore che andava talvolta a vederlo , mentre stavasi lavorando, e ricompensato col titolo di cavaliere, col dono di una bella casa in Milano nella contrada de’ Moroni, che da lui poscia fu magnificamente rifabbricata, colf annua pensione di 150 ducati, e con tanti altri doni, che, tornando da Spagna, ne portò seco duemila scudi in contanti. Servì anche a Ferrante, a Cesare, a Vespasiano Gonzaga. E io ho copia di tre lettere da lui scritte al primo, i cui originali conservansi nel segreto archivio di Guastalla. Fra le opere da lui fatte in Milano dee rammentarsi singolarmente il magnifico sepolcro di Gian Jacopo de’ Medici marchese di Marignano, che è nel duomo di quella città, e per cui gli furon pagati 7800 scudi (ivi, t 7, p. 84* ec.). Una valorosa dipintrice di patria cremonese, cioè Sofonisba Anguisciola, figlia di Amilcare e di Bianca Ponzona, e discepola di Giulio Campi, pittore anch’esso assai celebre, fu per opera del duca d’Alba condotta a’ servigi del re Filippo II e della reina di lui moglie; e a quella corte visse più anni stimata ed onorata pel valore del suo pennello da que’ sovrani, e anche dal pontefice Pio IV, di cui ha pubblicata il V asari una lettera ad essa scritta nel i5(Ì2, all’occasion di