Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 4, Classici italiani, 1824, XIII.djvu/445

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TERZO a4°7 un ritrailo della reina, eli’ ella trasmisegli a Roma (ivi, t. 3, p. 406; t 5, p. 335, ec.). Ma il più celebre fra tutti gli artefici chiamati in Ispagna fu Pellegrino Pellegrini, detto ancora Pellegrino Tibaldi, perchè fu figliuol d’un Tibaldo, di patria bolognese, e nato nel 1527 , di cui, oltre il Vasari (t. 6, p. 413, ec.), parla a lungo il Malvasia (Fels. pittr. t. 1, p. 165,ec.), e una più esatta Vita se ne ha nell’opera poc’anzi citata del signor Giampietro Zanotti. Ei fu pittore insieme e architetto; e benchè assai pregiate ne sieno alcune opere di pittura che di lui si hanno in S. Luigi de’ Francesi in Roma, in S. Giacomo degli Agostiniani in Bologna e altrove, più celebre ei fu nondimeno per le sue opere d’architettura, fra le quali debbono rammentarsi singolarmente le chiese di S. Fedele e di S. Sebastiano in Milano (a) c quella della Madonna di Ro, otto miglia lungi dalla città, (a) Nella prima edizione si era attribuito al Pellegrini anche il disegno della chiesa di S. Lorenzo, a cui di fatto comunemente si attribuiva. Ma nella Nuova Guida di Milano si è giustamente osservato (p. 137) che quest1 opera fu dapprima all! lata a un Certo Giovanni Cucco milanese, e che poscia, conosciutane forse l’incapacità, ne ehhe la direzione Martino Bassi valoroso architetto. Ivi ancora si accennano le contese che col Bassi ebbe il Pellegrini intorno alla fabbrica del duomo di Milano (p. 41, ec.); e le scritture stese dal Bassi su questo argomento furono da lui stesso pul blicate in Brescia nel 1572, e sono poi state ristampate in questi ultimi anni per opera del sig. Francesco Bernardino Ferrari ingegnere ed architetto, che vi ha aggiunta una bella Vita del Bassi, a torto dimenticato finora da tutti gli scrittori delle Vite degli Architetti.