Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 4, Classici italiani, 1824, XIII.djvu/62

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2034 LIBRO del patriarca d’Aquileia. Entrò poscia in grazia del Cardinal Farnese che fu poi Paolo III, fu maestro in Roma di Pier Luigi di lui figlio, e indi del nipote Alessandro, e al primo de suoi discepoli dovette l’ andare esente dalle comuni sventure del sacco di Roma nel 1527. Dopo esso, tornò alla patria, e vi morì ai’ 30 di aprile dell’ anno seguente. A questi poeti debbonsi aggiugnere alcuni altri, di cui l’Arsilli avea fatto elogio, quando scrisse dapprima questo suo componimento, e che leggonsi nell’ originale inedito da me accennato, e furon poscia da lui ommessi nella edizione fattane forse perchè erano allora già morti. Ivi dunque si nomina un Bonino de’ Negri medico milanese, a cui l’Arsilli con leggier cambiamento sostituì quell’Agatino da noi già nominato, se pur questo non è soprannome dello stesso Bonino. Ivi ancor fa menzione di Ulisse da Fano, di Marcantonio Colonna valoroso condottier d’armi e coltivatore insiem delle Muse, ucciso sotto Milano nel 1522 di Francesco Calvi lodato qui dalfArsilli come diligentissimo raccoglitore di libri, e che debb’ essere quello stesso di cui abbiam fatta altrove menzione (par. 1), e che forse fu ommesso nella edizione, perchè ei lasciossi sedurre da’ Novatori, come si è detto; di Pietro Delio, di Gianfrancesco Filomuso da Pesaro, lodato molto in una sua lettera dal Bembo, che nel i5o(> proposto avealo a Veronesi per maestro della lor gioventù (Epist. famil. l. 4 f ep. 12) (a), e di Cristoforo Batti (a) Gianfrancesco Filoniuso da Fesaro era ddLt