Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 4, Classici italiani, 1824, XIII.djvu/65

Da Wikisource.

TFR7.0 202T mette innanzi, c che debb’ essere onorato di più distinta menzione, è Andrea Navagero (Dial. 1 De Poet. suor. temp. Oper. t. 2, p. 537). Innanzi alla magnifica edizione delle opere di esso, fatta dal Comino in Padova, se ne legge )la Vita con molta eleganza descritta dal celebre Giannantonio Volpi, la quale fa che non ci sia necessario il raccoglierne altronde le più esatte notizie. Nato in Venezia da Bernardo N'avagero e da Lucrezia Polana nel 1483, e istruito ne’ buoni studj prima nella stessa sua patria da Marcantonio Sabellico, poscia in Padova da Marco Musuro e da Pietro Pomponazzi, talmente si accese nell’ amor delle lettere, che tutto ad esso si volse, e ne fece presso che l’ unica sua occupazione. Le Prefazioni dal vecchio Aldo premesse alle sue edizioni di Quintiliano, di Virgilio, di Lucrezio, e da Andrea Ascolano a quelle di Ovidio, di Orazio e di Terenzio, e quelle del medesimo Navagero innanzi alle Orazioni di Cicerone, ci fanno abbastanza conoscere quanto diligente egli fosse nel consultare i migliori codici, e di quanto esatto giudizio nello sceglierne le più corrette lezioni. La fama di eloquente oratore, ch’egli avea ottenuta, fece che a lui fosse dato l incarico di recitare l orazion funebre al generale Bartolommeo Alviano, al doge Leonardo Loredano e a Caterina Cornaro reina di Cipro. Quest ultima si è smarrita. Le prime due si hanno tra le Opere del Navagero; e benchè non vi si vegga quella rapida e robusta eloquenza che si è poi ammirata in alcuni più moderni oratori, esse nondimeno sono