Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 1, Classici italiani, 1824, XIV.djvu/202

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lt)0 LIBRO meglio le glorie dal suddetto P. ab. don Andrea Mazza, il quale potrà aggiugnere ancora l’onore che a lui recarono molti illustri allievi ch’egli ebbe, e singolarmente il march. Maffei e il Muratori, il primo de’ quali continuamente lo esalta nelle sue opere con somme lodi; il secondo, benchè ne parli meno sovente, e sia anche sembrato ad alcuni che non renda al merito del Bacchini quella giustizia che gli era dovuta, è certo però , che ne ebbe altissima stima, e che a’ consigli e a’ lumi di esso dovette molto di quella erudizione che lo ha renduto e lo renderà sempre glorioso ne’ fasti della letteratura. XV. Più altre opere di somigliante argomento si potrebbono qui additare di altri scrittori, dei quali o si è già altrove trattato, o si dirà in altro luogo, come dell’Allacci, dell’Olstenio, dello Schelstrate, italiani non di nascita, ma di lungo soggiorno, del Cardinal Federigo Borromeo, del P. Rocca, i quali tutti qualche trattato ci diedero intorno all1 erudizione e alf antichità ecclesiastiche. Or mentre essi andavano per tal maniera scoprendo le ricche sorgenti a cui doveansi attingere le notizie della storia della Chiesa, altri al tempo medesimo si accinsero ad illustrare direttamente o la generale, o la particolare storia della Chiesa medesima. L’Italia non ebbe, è vero, nel corso di questo secolo un Baronio; ma pur ebbe alcuni valorosi scrittori che ne imitarono felicemente gli esempii. E uno tra gli altri prese e a continuare e a compendiare la grand1 opera di quel celebre cardinale. Ei fu Odorico Rinaldi trivigiano della