Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 1, Classici italiani, 1824, XIV.djvu/256

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244 Liunq utero matris. Queste parole ci mostrano che il Campanella credeva che il libro De tribus impostoribus fosse stampato circa il 1538, trent’anni prima eh1 egli nascesse. E veramente f accusa data al Campanella di averlo scritto, e la risposta da lui recata in sua difesa , con cui francamente afferma, come cosa notoria, che il libro era stampato tanti anni addietro, sembra che non lasci luogo a dubitare dell’ csistenza di questo libro. E il tempo in cui se ne afferma seguita l’edizione, potrebbe farci credere che ne fosse veramente autore Pietro Aretino. Ma torniamo al povero Campanella. IV. Fu dapprima strettissima la prigione in cui egli giacque rinchiuso, privo del tutto di libri e di ogni altro mezzo a studiare, e senza avere corrispondenza di sorta alcuna con chiunque si fosse. Ma poscia gli fu permesso di occuparsi scrivendo e conversando co’ dotti che venivano a ritrovarlo, e diverse opere compose nella sua carcere , che dagli amici di esso furono date alla luce. Le istanze e gli ufficii di molti che alla corte di Spagna perorarono pel Campanella, gli avrebbon forse ottenuta più presto la libertà, se l’amicizia che per lui avea don Pietro Giron duca d1 Ossuna viceré di Napoli, non gli avesse recato danno. Perciocchè questi, caduto in sospetto di volersi usurpare l’autorità sovrana in quel regno , fu richiamato in Ispagna nel 1620 (V. Murat Ann. d’Ital, ad h. a.), e il Campanella, da cui si temette che potessero essere stati fomentati cotai pensieri di ribellione, fu lasciato ancor per più anni gemere tra lo squallor della car-