Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 1, Classici italiani, 1824, XIV.djvu/28

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l6 LIBRO Siena, e le accademie fiorentine gli furono a cuore, e le onorò ognora della sua protezione; e non pago d’invitare alla prima i più dotti uomini della Toscana e dell1 Italia, vi trasse anche alcuni da lontane provincie, e fra gli all ri Giulio Cesare Bulengero e Tommaso Dempstero, celebri amendue per le eruditissime opere da essi date alla luce. Amò i teatrali spettacoli, ne’ quali voleva che alla magnificenza dell apparalo si congiungesse ancora la sceltezza e l’eleganza de’ poetici componimentij e a’ tempi di lui, forse per la prima volta, si videro salir sui teatri i cavalli, e al suono della musical sinfonia reggere i lor passi e i lor movimenti. Fu liberale di onori e di premii agli eruditi; e basti qui accennare ciò che nella Vita del Chiabrera si narra, cioè che sedendo Cosimo alla pruova di una drammatica rappresentazione, veduto il Chiabrera, a sè chiamollo, e volle che gli sedesse a fianco, finchè essa durò. Quanto egli amasse e favorisse il Galilei, dovrem vederlo, quando ci converrà ragionare di questo gran genio. Delle belle arti inoltre ne! tempo delle autunnali vacanze a Firenze, era volentieri udito ragionare di cose fisiche dal giovane principe (t. 1, p. cf, ec.) A rendere 1’animo sempre più colto di questo suo figlio, il gran duca Ferdinando I radunava solente nelle sue camere i più dotti uomim che fossero allora in Firenze, e innanzi al principe e agli altri suoi figli facevaii disputare tra loro di cose filosofiche e matematiche, o appartenenti ad amena letteratura (ivi p. 12). li più altre pruove dell’impegno di Cos’uno e degli altri principi di questa famiglia nel favorire e nel protegger le scienze si posson veder m i decorso dell’opera stessa.