Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 1, Classici italiani, 1824, XIV.djvu/291

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SECONDO 2^i) Palmi , Cardano, il Bruno ed altri filosofi del secolo precedente, si diede a studiare diligentemente l’indole e le proprietà delle cose create. Il Galileo non fu autor di sistema; perchè ei conobbe che il voler ridurre a certi e determinati principii i fenomeni della natura, senza prima conoscerne f indole e le leggi, era lo stesso che innalzare un vasto edificio senza prima gettarne un solido fondamento. La magni or gloria del Galileo, dice egregiamente l’abate Andres (Sagg. della Filos. del Galil. p. 12), è stata non formare sistemi, e questa forse è stata ancora la sua disgrazia, e la cagione di non essere grandemente stimato il suo merito. In fatti da alcuni egli è rimirato come un freddo osservatore che, pago di fare diverse sperienze, non sa poi concatenarle insieme e ridurle, per così dire, a un sol corpo. Ma s’egli non ha avuto l’onore di esser capo di scuola, e di proporre un sistema che fosse abbracciato da molti, come avvenne al Cartesio, le scoperte però e le osservazioni da lui fatte hanno servito e servono tuttora di fondamento a’ sistemi che altri han poscia formati. Al contrario il Cartesio, il quale, gonfio del suo sistema e dell1 applauso con cui il vide ricevuto da’ suoi Francesi, scriveva con intollerabil disprezzo del Galileo, dicendo che nelle opere di esso non vedea cosa alcuna che gli facesse invidia, o che volesse riconoscere per sua (Lettres, t. 2, lettre. 91 au P. Mersenne), se ora levasse il capo, vedrebbe il suo sistema abbandonato ornai, e rimiralo non altrimenti che un sotmo.