Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 1, Classici italiani, 1824, XIV.djvu/304

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292 LIBRO stessa lunghezza; e con queste ed altre profonde ricerche agevolò il sentiero al suo celebre discepolo il P. ab. Castelli, a cui abbiamo alcune lettere seri Ite dal Galileo < linee, di Scili, sul moto dell’acque, t. 4, ed. parm.), e dal quale, come tra poco diremo, fu questa scienza condotta a gran perfezione. Finalmente la legge di continuità, che si suole credere una scoperta del Leibnitz, da’ più moderni filosofi poscia illustrata, non fu al Galileo sconosciuta; perciocchè, come osserva l’ab. Andres (p. nel suo primo Dialogo de’ sistemi del Mondo, ei dice che un mobile partendosi dalla quiete, ed entrando in moto, passa per tutti i gradi di tardità precedenti, che sono tra qualsivoglia grado di velocità assegnato, e lo stato di quiete, i quali gradi sono infiniti, che non vi è ragione veruna per la quale ei debba entrare in un tale determinato grado di velocità prima di entrare in un minore, e in un altro ancor minore prima che in quello j anzi par molto bene ragionevole passare prima per li gradi più vicini a quello, domi’ ci si parte, e da quelli a’ più rimo ti (*). (*) Anche all’architettura militare volse il Galileo il suo studio, e se ne conservano le pruove in due pregevoli codici della biblioteca Ambrosiana in.Milano, accennati dal celebre sig. ab. Frisi nel suo Elogio del! Galileo, e de’ quali io pubblicherò qui l’esatta descrizione, che gentilmente me ne ha comunicata l’eruditissimo prefetto di essa sig. dott. Baldassare Oltrocchi. Ex Cod. MS. Bibl. Ambros..Signat. D. 296 in fol. G. Galilei de Fortificatione. Dovendo noi discorrere intorno al modo di fortificare,