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Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 1, Classici italiani, 1824, XIV.djvu/347

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SECCANDO 335 nel mese d’aprile, come secondo il Calendario gregoriano era stato ordinato, ma a’ 28 di marzo. Ma le ragioni da lui addotte, benchè avessero molta forza , giunsero troppo tardi, perchè rimanesse tempo d’intimare al mondo cristiano l’anticipazion della Pasqua. Intorno a questa contesa son degne d’esser lette alcune lettere dell’ab. Michelangiolo Ricci e dello stesso Levera, dalle quali si trae anche notizia di altre opere di questo dotto scrittore (Lett ined. if Lom. HI. t. 1, p. 13:2, i34, 138, 223, 224, 226), e alcune altre ancora se ne annoverano dal Cinelli (71 ibi. volante, t. 3 , p. 188). Or tornando al P. Riccioli, ne abbiamo ancora la Geografia e l’Idrografia riformata, e parimente la Cronologia riformata , opere, la prima delle quali è piena di erudite ricerche, e la seconda ancora contiene notizie pregevoli, benchè quella del P. Petavio sia di lunga mano più dotta, e il Riccioli sia in essa caduto in molti e non piccioli falli. Il P. Francesco Grimaldi, bolognese di patria, entrato nella Compagnia di Gesù nel 1632 in età di 19 anni, e morto in età ancor fresca nel 1663 (Sotuell. l. cit. p. 236), fu indivisibil compagno del P. Riccioli nelle fisiche e nelle astronomiche osservazioni) e già abbiamo osservato che amendue colle loro sperienze giovaron non poco a confermare l’opinione del Galileo intorno alla caduta de’ gravi. Ma due cose renderon più celebre il P. Grimaldi: i nomi da lui imposti alle macchie lunari , i quali furono dagli astronomi universalmente adottati, a preferenza di quelli che già imposto avea loro l’Hevelio, e la scoperta della