Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 1, Classici italiani, 1824, XIV.djvu/358

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3^6 LIBRO però degni di essere con onor mentovati. Andrea Argoli di Tagliacozzo nel regno di Napoli, di cui copiose notizie ci somministra il conte Mazzucchclli { Se ri IL ital. t. 1 , p. 1045), essendo professore in Padova, ove anche morì nel 1657 , pubblicò molti tomi di efemeridi, di tavole, e l’altre opere astronomiche, le quali però dopo le più recenti scoperte, di cui non fece egli molto uso, sono quasi dimenticate. Il P. Paolo Antonio Foscarini carmelitano stampò in Napoli nel 1615 una lettera sulla mobilità della terra e sulla stabilità del sole, in cui cercò di conciliare questa opinione co’ testi della sacra Scrittura, che ad essa sembrano opporsi; ed essa fu poi aggiunta, tradotta in latino, a’ Dialoghi del Galileo sullo ste.<fSo argomento. Un’opera intitolata Uranoscopia, sive de Coelo, del P. don Redento Baranzani vercellese barnabita fu stampata in Ginevra nel 1617; e il Weidlero osserva (Hist. Astronom. p. 441? ec-) c^ie essendosi egli in questa sua opera mostrato alquanto favorevole al sistema di Copernico , e avendo udito che ciò era dispiaciuto al pontefice Paolo V, aggiunse al fin dell’opera l’impugnazione dello stesso sistema. Dell1 autore e dell1 altre opere da lui pubblicate si vegga il co. Mazzucchelli (l. ciL t. 2, par. 1, p. 230). Scipione Chiaramonti cavalier cesenate e professore in Pisa sarebbe stato un de’ più dotti astronomi del secolo precedente, se invece di tenersi strettissimo alle opinioni peripatetiche, e invece di dichiararsi nimico delle scoperte del Galileo, cui impugnò co’ suoi libri, se ne fosse fatto