Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 1, Classici italiani, 1824, XIV.djvu/377

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SECONDO 365 clic il clima di Pisa non era alla sua salute opportuno, passò a Padova alla cattedra di filosofia collo stipendio di 1200 fiorini, che crebbe poi fino a 1800. Nel 1698 ottenne il congedo, e ritirossi ad Ancona, ove a’ 18 di luglio dell’anno stesso finì di vivere. Molte opere filosofiche e matematiche in molti e voluminosi tomi ei diede alla luce, che si annoverano dal Papadopoli (Hist. Gj rnn. patav. t. 1, p. 382). Esse or sono quasi dimenticate. Il Bullialdo però, in una sua lettera al principe Leopoldo, ne loda assai i pensieri sulle proprietà del mercurio (Lettere ined. t. 1, p. 200). Monsig. Fabroni ne ha pubblicate alcune Lettere al medesimo principe (ivi p. 184, ec., t. 2, p. 56), che contengono alcune osservazioni fisiche da esso fatte; e da esse ancora raccogliesi che nel 167 4 bramò e chiese di tornare al servigio dei principi di Toscana, ma non 1’ottenne. XXXIX. Aggiugne poscia il senator Nelli , che tra gli accademici del Cimento potrebbono in qualche modo essere annoverati anche l’Aozout che, essendo di passaggio in Firenze, intervenne a quelle adunanze e vi fece egli stesso diverse sperienze; Niccolò Stenone danese che, venuto in Italia nel 1666, abiurò in Firenze F eresia luterana in cui era stato allevato, e fatto poi vescovo di Titopoli e vicario apostolico nelle parti settentrionali, finì di vivere in Svezia nel 1687, lasciando fama di uomo non sol per sapere, come le molte opere da lui pubblicate fan fede, ma ancora per santità di costumi chiarissimo. Egli ancora nel