Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 1, Classici italiani, 1824, XIV.djvu/489

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SF.CONUO udinese, il quale prima era stato professore e medico in Roma (a), ma più felice, come narrasi dall1 Eritreo (Pinacoth. pars 1, p. 4#) nelP insegnar dalla cattedra , che nell’assistere agl’infermi. Egli ebbe ivi gravi inimicizie con Cesare Lagalla napoletano, medico esso ancora famoso, di cui pure ci ha dato l’elogio il medesimo Eritreo (ib. p. 223). Ma chi crederebbe che le liti fra questi due medici fossero non già sulla spiegazione di qualche aforismo d’ippocrate, o sul metodo di sanar qualche infermo, ma chi tra essi piacesse più alle donne? nel che il Caimo pretendeva per la sua rara bellezza di essere molto superiore al Lagalla, come narra lo stesso scrittore. Del Caimo parla a lungo il Papadopoli, che ne annovera ancor le opere, e racconta (l. cit p. 361) che nel 1631 infierendo la peste in Padova, egli non si diè già al servigio degli appestati, come narra M. Portal (l. cit p. 458)? ma ritirossi alla patria, nè perciò potè schivare la morte, che il rapì l’anno stesso , contandone egli 63 di età. Molte opere mediche abbiam parimente di Giovanni Manelfi medico assai accreditato in Roma ai tempi di Urbano VIII, fra le quali merita di essere rammentata per la natura dell’argomento quella De fletu et lacrimis, c di (n) Il Mundosio ha annoverato il Caimo trn7 medici di i’aolo V. Ma il sig. abate Marini lo ha escluso dal Ine catalogo, benché ei creda non abbastanza l’ondato ciò che narrasi dall7 Eritreo , eli5 ei ricusasse quell1 impiego, a cui dui pontefice era stato invitalo, mosso da superstizioni uslrologiche (Degli Orciài tri ponti/, t. i, P- 4‘j4)-