Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 1, Classici italiani, 1824, XIV.djvu/505

Da Wikisource.

SECONDO 4(j3 l’Eritreo ci ha lasciato di Francesco Acari gi sanese di patria, ma nato in Ancona (Pinacoth. pars 2, n. 25), che per più anni con sommo concorso di scolari e con istraordinario applauso fu professore di legge prima in Siena , poscia in Pisa, indi in Parma, chiamato colà dal duca Ranuccio collo stipendio di 13oo ducati, e finalmente ili nuovo in Pisa collo stipendio di iooo piastre, ove anche morì nel 1622. I)i lui però non si ha alle stampe che un tomo di Allegazioni (Mazzucch. Scritt. ital t. 1, par. 1, p. 32). Con somiglianti lodi ei ragiona di Girolamo Lanpugnani milanese (l. cit. par. 2, n. 38), che dalla sua patria passato a Roma, vi tenne per più anni or pubblica or privata scuola di leggi; ma non ne dissimula insieme i difetti, e quello singolarmente di un soverchio amor del denaro. Finì di vivere in Roma rischiarare le leggi, la storia e la critica. Ed era egli di fatto sollecito promotore non sol degli studi legali, ina degli altri ancora; e perciò adopcrossi ed ottenne che la cattedra di matematica in quella università fosse data a Tommaso Cornelio; che vi si rinnovasse quella della lingua greca, c vi si istituisse quella dell1 eloquenza; c che parecchie accademie fossero ivi o rinnovale o fondate. Di lui e delle molte opere da lui composte hanno recentemente parlato a lungo il Padre a’ Afflitto (Scria, napol. t. 1 , p. 333, ec.) e il Giustiniani (Scritt. legali, napol. t. 1 , p. 5i). Presso questo secondo scrittore si potrà trovar notizia di molti nitri celebri giureconsulti, de1 quali la città di Napoli fu sempre fecondissima madre, e che così in questo di cui parliamo, come nel precedente secolo ebher gran nome, quali furono Cainmillo Porcili, Cnrlantomo bottiglieri , llartolommeo Camerario, Fabio Capccc Galeotta , ec.