Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 1, Classici italiani, 1824, XIV.djvu/509

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SECONDO 497 in sua casa da Paolo Coardi torinese. Frequentò ivi la letteraria adunanza di monsignor (Ciampini, e fu uno de’ primi fondatori dell’Arcadia , di cui gli venne dato l’incarico di stender le Leggi secondo l’antico stile delle romane Tavole. Ma da ciò nacquero i primi semi delle discordie che diviser per molti anni l’Arcadia; perciocchè essendosi il Gravina vantato di avere non solo stese, ma ideate ancor quelle Leggi, ciò punse gli altri fondatori, e il Crescimbeni principalmente, che n’era il primo, e fu il Gravina costretto a dichiarare pubblicamente che di quelle Leggi ei non era stato che l’estensore. Questa dichiarazione però, invece di acchetar le discordie, le avvivò maggiormente, innasprendo gli animi dell’una parte e dell’altra; e seguì per più anni quell’adunanza ad esser divisa in fazioni, delle quali il Gravina e il Crescimbeni erano i capi. Su queste contese scrisse il Gravina una lettera al marchese Maffei, nella quale però monsig. Fabbroni ci avverte clic 11011 presti am fede a tutto ciò che da esso si narra. E, a dir vero, come osserva lo stesso illustre scrittore, era il Gravina uom facile all1 eccesso a biasimare ugualmente che a lodare, ma al primo più che al secondo; e nel farlo non solo ei parlava liberamente, ma affettava ancora una cotal arroganza, per cui pareva che sprezzando gli altrui tutti, non giudicasse alcuno degno di venir seco al confronto. Quindi ne venne l’odio di molti contro il Gravina , e quindi le pungentissime e insieme elegantissime Satire di Settano, cioè di monsig. Lodovico Sorgateli, TlRABOSCHl, Voi. XIV. 32