Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 1, Classici italiani, 1824, XIV.djvu/52

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4° Lreno Summo Principi ludos dedita qui interdum ad orbis terrs procuratione feriatus ad hanc animi remissionem liberalissimamque descendit, quae ex elegantium literarum studis percipitur. Anzi continuò ancora a coltivare la poesia, correggendo gl’inni dell’Uffizio divino, e riducendogli ad esattezza e ad eleganza maggiore (<i). I sopraccennati autori ci dicono generalmente che ei fu liberale e splendido verso dei dotti * ma non ce ne danno pruove particolari. Alcune noi ne vedremo nel corso dell1 opera j e qui basti accennare che tre de’ più dotti uomini di questo secolo fra gli stranieri all’Italia , Leone Allacci, Luca Olstenio e Abramo Eckellense, de’ quali diremo altrove , furono in questo pontificato chiamati a Roma , e ivi onorevolmente accolti e ricompensati de’ loro studi, e animati a continuare l’erudite loro fatiche. Di Innocenzo X possiam dire il medesimo che di Paolo V, cioè? che se non abbiamo luminose testimonianze di munificenza da lui impiegata a pro delle lettere, molte altre ei ne (a) 11 sig. ab. don Faustino Arevaio nella sua Tfymnodia FU spanica, opera piena di scelta erudizione c di belle ricerche, afferma (p. i34) che non fu lo stesso pontefice Urbafto Vili che corresse gl’inni, ma che nffidonne la correzione ad alcuni uomini dotti; e cosi di fatto si dice da Urbano nella Bolla premessa alla sua Correzione del Breviario romano. Come nondimeno è certo che aneli*essendo papa ei continuò a coltivare la poesia, il che è manifesto da una lettera del celebre co. Fulvio Testi da me pubblicata (Vita del co. lesti p. 68); cosi non è iuverisimile eh’egli ancora ponesse la mano a quella riforma, benché non volesse comparirne autore se non col comando.