Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 1, Classici italiani, 1824, XIV.djvu/51

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primo 3y di età} e due anni soli sopravvisse alla sua elezione. Nel qual breve tempo però diede pur ei qualche pruova del suo amor per le lettere, intervenendo alle erudite adunanze che il Cardinal Ludovisi suo nipote raccoglievasi in casa (ib. p. 471)- Phi felice alla letteratura fu il pontificato di Urbano VIII, di cui, oltre gli scrittori delle Vite de’ Papi, e più altri, si posson vedere due lunghi elogi nelle Notizie dell1 Accademia fiorentina (p. 265) e nelle Me^ morie de1 Gelati (p. 3). Avea egli cominciati gli studi in Firenze sua patria, li continuò poscia in Roma alle scuole de’ Gesuiti, dalle quali passò a prender la laurea legale nell1 università di Pisa. Non pago di ben apprendere la lingua latina, volle essere istruito ancor nella greca, il cui studio cominciava allora a languire in Italia, e anche fatto pontefice, seguì a coltivarla colla lettura de’ greci scrittori. Anzi a queste due lingue congiunse ancora f ebraica. Piacquegli singolarmente la poesia sì latina che italiana, e nell1 una e nell1 altra diè molti saggi del suo felice ingegno, che dopo diverse edizioni furon poscia di nuovo magnificamente stampati in Parigi nel 1642, col titolo: Maphœi S. R. E. Card. Barberini nunc Urbani VIII Poemata. E nella latina egli è facile e colto poeta, ma nell1 italiana 11011 è ugualmente felice. Fra le gravi cure del suo pontificato non isdegnava egli di dare ancor qualche tempo alla lettura de’ poeti, degli storici e d1 altri scrittori: Pinacotheca, scrive l’Eritreo autore di essa (Epist. ad Tyrrhen. t. 1, epist. 24, p. 93, ed. Colon. Ubior. 1739), non illepidos