Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 1, Classici italiani, 1824, XIV.djvu/520

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5o8 APPENDICE dopo qualche tempo Roma e P 11 alia, ove però tal memoria rimase del suo molto sapere nelle cose astronomiche, che essendosi messo pochi anni dopo nuovo trattato della riforma del Calendario nel concilio lateranese tenuto a’ tempi di Leone X, fra gli uomini dotti che in quell occasione furono per lettere consultati, uno fu il Copernico. Questi frattanto, fatto canonico di Warmia, attese ivi tranquillamente a’ suoi studi , e ivi veramente perfezionò e svolse il suo ingegnoso sistema, e compose la sua grand’opera De revolutionibus orbium caelestium. Ma egli ben conosceva che un sistema con cui egli ardiva di opporsi a un’opinione da tanti secoli stabilita nel mondo, e dall’autorità di tanti filosofi approvata , avrebbe trovati nimici e contraddittori in gran numero. Faceagli perciò d’uopo di autorevoli personaggi che lo animassero a non temere i popolari pregiudizi , e contro di essi colla lor protezione rassicurassero. Or chi furono quelli a’ quali dovette il Copernico la pubblicazione della sua opera e la sua sicurezza contro gli invidi detrattori? Un cardinale, un vescovo e un pontefice. Il Cardinal Niccolò Schonberg vescovo di Capova fu quegli a cui si dovette l’edizione dell’opera del Copernico. Questi nato nell1 anno medesimo in cui nacque il Copernico, era poscia in età di 20 anni entrato nell1 Ordine de1 Predicatori, circostanza degna di riflessione, e che dee muoverci ad usare di una pietosa indulgenza verso alcuni dell1 Ordine stesso , che con soverchio zelo declamaron poscia dal