Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 1, Classici italiani, 1824, XIV.djvu/521

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al CAPO II DEL LIBRO II 5f>9 pulpito contro del Galileo illustratore e perfezionatore di quel sistema che da un antico lor confratello era stato sostenuto e promosso. Pare che il cardinale non avesse conosciuto mai di presenza questo celebre astronomo5 perciocchè nella lettera ch’ei da Roma gli scrive il 1 giorno di novembre dell’anno i53(ì, e che va innanzi alla grand’opera del Copernico, dice soltanto di aver udito celebrare da molti il profondo sapere di cui era fornito, ed esporre il sistema astronomico da lui ideato, di cui nella lettera stessa fa un breve compendio. Quindi caldamente il prega.a non voler tenere sepolto più lungamente un sì pregevol lavoro, e a mandargli il suo libro sopra la Sfera, e qualunque altra cosa ad esso appartenga j e aggiugne che perciò avea già ordinato a un certo Teodorico da Redek , che tutta quell’opera facesse interamente copiare a sue spese, e a Roma gliela trasmettesse. Forse il Copernico si disponeva a soddisfare al desiderio del cardinale 3 ma essendo questi venuto a morte nel seguente anno 153^, paro eh1 egli non sapesse ancora determinarsi ad esporre alla pubblica luce le nuove sue opinioni. Certo noi sappiamo dallo stesso Copernico, che più e più volte convenne replicar le preghiere e le istanze che perciò gli venivano fatte. Così egli ci assicura nella lettera dedicatoria, di cui fra poco farò parola, nella quale oltre il cardinale di Schonberg, nomina anche l’altro prelato da cui veniva continuamente stimolato a dare alla luce il suo libro , cioè Tidemanno Gisio vescovo di Culma: Gli amici, ilice egli, mi hanno finalmente dopo lunghi contrasti e