Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 1, Classici italiani, 1824, XIV.djvu/523

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AL CAPO II DEL LIBRO II 51 I dipingendolo circondato da tutti i più dotti uomini dell’età sua: Ecco Alessandro, il mio Signor, Farnese: O dotta compagnia che seco mena! Fedro , Cape!la , Porzio , il Bolognese Filippo, il Foli errano t il Maddalena, Blosio, Pierio , il Vida Cremonese D’alta facondia inessicabil vena, E Lascari, e Musuro , e Navagero , E Andrea Marone, e ’l Monaco Severo. Ori. c. 46} «t- *3. Celio Calcagnini ancora, di cui dovrò parlare tra poco, loda altamente i gravi e seriosi studi di Paolo III, e il disputar ch’ei sovente faceva or in latino, or in greco sulle più astruse quistioni della filosofia (Epist. l. 16, p. ai 6). Ma f astronomia era quella di cui singolarmente compiacevasi questo pontefice; e oltre la testimonianza del Copernico , poc1 anzi recata , abbiam quella del gran Fracastoro, che un altro sistema astronomico avendo immaginato, ch’egli svolse e spiegò nel suo Trattato degli Omocentrici, egli pure offrillo allo stesso pontefice con sua lettera in cui afferma che dopo gli affari della Religione, niuna cosa più stavagli a cuore che i filosofici studi, e gli astronomici singolarmente. E forse di qua ebbe origine f accusa a lui data allora da alcuni, che anche dell’astrologia giudiciaria ei si occupasse. Io non so a qual fondamento appoggisi tale accusa. Ma ancorchè essa fosse appoggiata ad autorevoli pruove, non sarebbe a stupire se in un secolo in cui più altri uomini grandi, e tra essi il celebre Giambattista Porta , e anche nel secol seguente il dottissimo Buona ventura \