Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 1, Classici italiani, 1824, XIV.djvu/57

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PRIMO 45 di quel ti||iipo (ib. t. 2, p. 191). Godeva ella stessa di esercitarsi nel verseggiare in lingua italiana; e nell’Endimione del Guidi si veggon parecchi versi da essa inseriti, e a distinguerli contrassegnati nel margine. Nè solo del suo favore, ma anche de’ suoi donativi era ella liberale co’ dotti; e oltre al mantenerne alcuni in sua corte, e fra essi il Guidi, sappiamo che a Ottavio Ferrari, per un panegirico in lode di essa detto, fè dono di una collana d’oro del valore di mille ducati (ib. t. 1? p. 229). Era ella finalmente in continua corrispondenza di lettere con molti eruditi, e non poche di tali lettere si leggon nelle Memorie della \ ita di questa illustre reina da noi citate. Quanto al re Luigi XIV, egli non fu mai in Italia; ma su alcuni dotti italiani sparse splendidamente le regie sue magnificenze. Vedremo a suo luogo, parlando del primo padre della moderna astronomia, cioè del Cassini, ch’ei fu da quel gran monarca chiamato a Parigi, e per tal modo onorato, ch’egli si condusse a fissarvi la sua dimora; e vedremo ancora, parlando di Vincenzo Viviani, che solo per la fama d1 uom dotto che aveva giustamente ottenuto, ebbe dalla magnificenza del re Luigi un’annua pensione, e che a Ottavio Ferrari professore di Padova , per un panegirico in suo onor pubblicato, assegnò parimente un’annua pensione di 500 scudi; che un’annua pensione parimente assegnò di 100 luigi a Carlo Dati, cui cercò ancora di avere alla sua corte. Finalmente in una Vita inedita del co. Girolamo Graziani, poeta allora assai rinomato, di cui io ho copia, si narra