Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 1, Classici italiani, 1824, XIV.djvu/70

Da Wikisource.

•»H LIBRO più rinomati. Cosi al tempo di Cosimo II furono profesori in Pisa Giulio Cesare Bulengero e Tommaso Dempstero, al tempo di Ferdinando II il Fine Ilio auatoiuico inglese, e sotto Cosimo III il P. Francesco Meslier Minor Osservante e dottore della Sorbona, Pietro Ambarachio ossia Benedetto Siro.Maronita, che fu poi religioso della Compagnia di Gesù, e il celebre Jacopo Gronovio, il quale, benchè per poco tempo si trattenesse in Pisa, e la sua indole difficile e risentita lo persuadesse a tornar presto alla sua Olanda, conservò sempre ciò non ostante stima e riconoscenza pe’ Medici suoi benefattori, e ne volle lasciar pruova fra le altre nella dedica fatta al gran duca Cosimo III del suo Ammiano Marcellino stampato nel 1693. Nè sole le università di Pisa e di Firenze, ma quella ancora di Siena godè della protezione de’ suoi sovrani, e ne raccolse lietissimi frutti. E Ferdinando II principalmente un nuovo regolamento ad essa prescrisse nel 1655, acciocchè il numero degli scolari non meno che il zelo e l’impegno dei professori nell1 islruirli si facesse sempre maggiore, e più illustre rendesse, come di fatto avvenne, quel pubblico Studio. E nuovi provvedimenti ancora le diede nel 1672 Cosimo III, facendo accrescer gli stipendi de1 professori, acciocchè essi avesser premio corrispondente al loro ingegno e alle loro fatiche, e onorando con privilegi e con esenzioni coloro che a quella università concorrevano per istruirsi. Intorno alle quali cose, da me brevemente accennate, più diffuse notizie si troveranno ne’ più volte citati Ragionamenti del sig. Giuseppe Bianchini.