Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 1, Classici italiani, 1824, XIV.djvu/78

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66 LIBRO degli Umoristi, degli Ordinati e de’ Lincei, le quali non sarebbero state inferiori a quelle del secolo precedente, se il gusto non avesse già cominciato a cambiarsi, e all1 eleganza succeduta non fosse l’ampollosità e la gonfiezza. Delle due prime abbiam molte testimonianze nella Pinacoteca e nelle Lettere dell1 Eritreo, di cui qui ci varremo principalmente, giovandoci insieme de’ monumenti che ne ha studiosamente raccolti Giovanni Fischer nella Vita dell Eritreo. premessa all’edizion delle Lettere di questo scrittore fatta in Colonia nel 1739. Di quella degli Umoristi fu fondatore Paolo Mancini patrizio romano. Giovane nobile, di aspetto leggiadro e di pulite maniere, dopo aver frequentate le scuole de’ Gesuiti in Roma, e studiata la giurisprudenza nell’università di Perugia, volle ancora acquistarsi nome fra l’armi; e nel movimento che fece Clemente VIII per occupare Ferrara, fu capitano fra le guardie a cavallo del Cardinal Pietro Aldobrandini legato e generale, e diè quelle pruove di \ alore che permisegli la natura di quella pacifica guerra (Erithr. Pinacoth pars 1, p. 31, ed. Lips.). Tornato a Roma, e presa in moglie Vittoria Capozzi gentildonna romana, fra le allegrezze nuziali cominciarono alcuni amici di Paolo a rappresentare commedie e a recitar poesie, e fra essi distinguevasi principalmente Gaspare Salviani, quel desso sotto il cui nome abbiamo le note sulla Secchia rapita di Alessandro Tassoni. Il plauso con cui venivano accolti tali componimenti, ottenne agli autori di essi il soprannome di Begli Umori, il qual poi diede origine a quel