Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 2, Classici italiani, 1824, XV.djvu/101

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TERZO Ga5 clic voti e pomposi elogi che invece d’istruire stancano e annoiano i leggitori. Lo stesso difetto vedesi in quegli scrittori checi diedero le Biblioteche degli Autori della lor patria, de’ quali parimente abbiamo non picciol numero. Ma essi paghi d’indicare i nomi di tali autori, di dar qualche superficiale notizia delle lor vite, e di accennare con poca esattezza le loro opere, credon di aver soddisfatto abbastanza al dovere di storico. Perciò invano presso loro si cercano il carattere e l’indole degli scrittori, il metodo da essi tenuto ne’ loro studi, le contese letterarie da essi sostenute, le diverse edizioni delle opere loro, ed altre somiglianti notizie, che renderebbono più interessante e più utile la lettura di tali libri. Le opere di Jacopo Alberici e di Pietro Angelo Zeno intorno agli Scrittori veneziani, quelle di Agostino Superbi e di Antonio Libanori pe’ ferraresi, quelle del Vedriani, del Rossi, del Pico, del Calvi, del Porta, del Piccinelli, di Prospero Mandosio per gli Scrittori modenesi, bresciani, parmigiani, bergamaschi, alessandrini, milanesi, romani; le Biblioteche degli Scrittori genovesi di Michele Giustiniani, di Rafaello Soprani, del P. Oldoini Gesuita, di cui pure si ha quella degli Scrittori perugini, e quella degli Scrittori papi e cardinali, e le Biblioteche degli Scrittori piemontesi di monsignor Dalla Chiesa e del Rossotti, la Storia de’ Poeti siciliani di Giovanni Ventimiglia, le (Glorie degl’Incogniti di Venezia, e le Memorie de’ Gelati di Bologna, son tutte opere di tal natura, che abbisognerebbono di esser rifalLe, o almen corrette di mollo, e condotte