Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 2, Classici italiani, 1824, XV.djvu/106

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G3o ialino torneiti di Lettere a Tirreno (sotto il qual nome egli intende il suddetto cardinale Chigi), due altri a diversi, parecchi dialoghi per lo più su materie morali, alcune orazioni ed alcuni opuscoli ascetici, libri tutti scritti in latino. Se ne hanno ancora alle stampe alcune Rime spirituali , oltre più opere inedite che si annoverano dall’autor della Vita. Ma noi dobbiamo esaminare singolarmente la Pinacotheca, opera divisa in tre parti, nella quale egli fa gli elogi di molti uomini dotti vissuti a’ suoi tempi. L’uso che di quest’opera abbiam fatto sovente nel decorso di questa Storia, può bastare a provarne l’utilità, ed è certo che di molte notizie siamo ad assai tenuti, le quali invano si cercherebbono altrove. Ella è nondimeno assai lungi dal potersi dire perfetta; Perciocchè scarseggia assai nelle date, e si trattiene.spesso in troppo generali espressioni che dopo molte parole non dicon nulla. Le opere degli scrittori vi sono semplicemente accennate, e non si distinguon sovente le inedite da quelle che han veduta la luce. Pare innoltre che troppo abbia egli conceduto all’amicizia, esaltando con somme lodi alcuni suoi amici, a cui forse doveansi più moderate. Con altri al contrario ei si dimostra troppo severo; e si può dire del Rossi ciò che abbiam detto del Giovio, che alcuni non son già elogi, ma satire. Nel che però ei non è ugualmente degno di riprensione; perciocchè egli propriamente non si prefisse di scrivere elogi, come il Giovo, ma di fare ritratti, così indicando la voce Pinacotheca. Lo stile del Rossi da alcuni è sollevato fino alle stelle; e