Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 2, Classici italiani, 1824, XV.djvu/105

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TERZO GaQ I primi però piacevano sopra tutti gli altri al Rossi, e poichè vide venirgli meno qualche speranza che nello studio delle leggi avea riposta, tutto ad essi si dedicò. Entrò nell’Accademia degli Umoristi, di cui si è detto a suo luogo, e ne fu uno de’ più fervidi promotori. In essa ei diede tali pruove d’ingegno, che Marcello Vesti i, uno degli scrittori delle lettere pontificie a’ tempi di Paolo V, già avea disegnato di farlo scegliere a suo collega e successore, e venivalo perciò istruendo. Ma morto frattanto il Vestri, anche in questa speranza fu il Rossi deluso. Nel 1608 il Cardinal Mellini avealo scelto a suo segretario nella legazion d’Allemagna, ma appena uscito di Roma , fu il Rossi sorpreso da febbre che il costrinse a tornarvi. Trovò finalmente stabile impiego presso il cardinale Andrea Peretti, di cui per lo spazio di venti anni fu segretario. Ma poichè questi fu morto nel 1538, ritirossi in una solitaria villa sul colle di Sant’Onofrio , ove lungi dallo strepito degli affari visse tranquillamente a se stesso e a’ suoi studi, finchè in età di settanta anni, a’ 13 di novembre del 1647, venne a morte, pianto da’ dotti che ne amavano gli aurei costumi non meno che il molto sapere, e da’ grandi ancora, a molti dei quali fu accettissimo, e singolarmente al cardinale Fabio Chigi, che fu poi papa Alessandro VII. Le opere da lui composte sono non poche e di diversi argomenti. Una graziosa satira in prosa latina contro i costumi de’ suoi tempi, intitolata Eudemia, fu la prima eh ei pubblicasse , o che anzi senza saputa di esso venisse a luce. Ne abbiamo ancora due