Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 2, Classici italiani, 1824, XV.djvu/146

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6~o li imo tralasciò mai di mordere lo Stigliani!, perciocchè nel canto ix del suo Adone inserì alcune stanze, in cui quegli veniva beffato e deriso sotto r allegoria di un gufo. Lo Stigliani non ebbe coraggio di assaltar di nuovo il Marini ma scrisse la critica dell’Adone, a cui diè il titolo di Occhiale; e quando il suo avversario, morto nel 1625, non potea più rispondere, ne pubblicò il quarto libro, sopprimendo i tre primi che forse non avea mai composti. L’Occhiale fu come il segno di una generale battaglia che si accese contro l’infelice Stigliani, il quale fu da ogni parte assalito. Girolamo Aleandro, Niccola Villani, Scipione Errico Agostino Lampugnani, Giovanni Capponi, Andrea Barbazza, il p. Angelico Aprosio ed altri, tutti si volsero contro quel misero Occhiale, e contro il fabbricator di esso, il quale però non perdendosi d’animo, si apparecchiava a rispondere. Ma egli non ebbe o coraggio per uscire in campo colla risposta , o tempo per terminarla. Il grande impegno di tanti nel difender 1 Adone è pruova del gusto che allor dominava in Italia. Perciocchè, comunque in esso si leggano tratti degni di gran poeta, è certo però, che non solo per l’oscenità di cui f autor l’ba macchiato, e di cui il Cardinal Bentivoglio avealo caldamente pregato a purgarlo, prima che il pubblicasse (Mem, e Lett, del card, Bentiv. p. 243, ed. ven. 1668), ma anche pel tronfio stile e per le strane metafore con cui è scritto, non era degno <f esser sì caldamente difeso. Frattanto il Marini invitato dal Cardinal Ludovisio nipote di Gregorio XV, era tornato