Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 2, Classici italiani, 1824, XV.djvu/154

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678 ’unno per le sventure dalle quali essi furon seguiti. Io non mi tratterò qui a esporre le diverse vicende, delle quali io dovrei dare o un troppo inesatto compendio, o una troppo ampia relazione, trattandosi di un uomo che quanto più merita d’essere conosciuto, tanto più sembra che la memoria ne sia stata finora dimenticata e negletta. Nella Biblioteca modenese ne parlerò a lungo, e la gran copia de’ bei monumenti che mi è riuscito di raccoglierne, spero che renderà quell’articolo curioso e interessante sopra tutti gli altri (a). Qui basti il dire ch’egli, nato in Ferrara nel i5c)3 in mediocre fortuna, e trasportato a Modena ancor fanciullo nel 1598, andò passo passo salendo alle più cospicue cariche di questa corte, e fu ancora onorato degli ordini equestri de’ SS. Maurizio e Lazzero e di S. Jago; che la vita del Testi fu un continuo alternare di prospera e di avversa fortuna, e che finalmente la sua ambizione e la sua incostanza medesima il fece cadere in disgrazia al duca Francesco I, per cui comando, fatto prigione in questa cittadella di Modena a’ 27 di gennaio del 1646, ivi finì di vivere a’ 28 d’agosto dell’anno stesso. Egli ne’ primi anni e nel bollore della fervida gioventù si lasciò trasportar dal torrente; e le Poesie da lui allor pubblicate sanno non poco de’ difetti del (a) Non solo nella biblioteca modenese ho parlato più a lungo del co. Fulvio Testi (t. 5, />. 2^41 ec-) » ,,,a ne tio anche pubblicata a parie la \ ita stampata nel 17^0, in cui le cose che a questo celebre poeta c infelice ministro appartengono, sono più ampiamente spiegate.