Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 2, Classici italiani, 1824, XV.djvu/162

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G86 LIBRO altro poesie, nelle quali avrebbe anche ottenuto più chiara fama, se più colto e purgato ne fosse lo stile. Anche Claudiano ebbe un traduttore in ottava rima, per questi tempi non dispregevole, in Niccolò Biffi nobile bergamasco, la cui traduzione, insieme co’ comenti latini ch’egli vi aggiunse, fu stampata in Milano nel 16&4. Di lui, e di altre cose che se ne hanno alle stampe , parla il co. Mazzucchelli (Scritt. ital. t. 2, par. 2, p. 1216). Il più celebre tra’ traduttori degli antichi poeti fu Alessandro Marchetti, che in età giovanile avea intrapresa un’altra version <lc\Y E/icìde in ottava rima, la quale avrebbe probabilmente fatto dimenticare quella del Beverini, ma egli non si avanzò oltre al quarto libro, e questa parte ancora non è mai stata stampata, trattine alcuni frammenti inseriti nel Giornale de’ Letterati d’Italia (t. 21). Più che a questa versione, dee il Marchetti la fama di cui ora gode , e goderà sempre fra’ dotti, alla bella sua traduzione in versi sciolti del poema di Lucrezio, per cui assai più che per le sue opere filosofiche e matematiche egli è rinomato. Di questo illustre scrittore, dopo più altri, ci ha data di fresco la Vita il chiarissimo monsignor Fabbroni (Vita Italor. doctr. excell. dec. 4? p 421) 1 dalla quale trarremo in breve le più importanti notizie. Pontormo, castello celebre nel territorio fiorentino per altri dotti uomini che ne sono usciti, fu la patria di Alessandro, che ivi nacque nel 1632. Fu prima applicato alla mercatura, indi alla giurisprudenza, ma nè l’una nè l’altra piacevano al giovane Marchetti, che tutto sentivasi