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di quel sommo poeta„. Anche Lorenzo Bellini, da noi già lodato per le sue celebri opere anatomiche e mediche, coltivò con felice successo la poesia, e, oltre più altre rime, la sua Bucchereide dimostra che se alle Muse ei si fosse interamente rivolto, avrebbe avuto luogo tra’ più illustri loro seguaci. “Francesco Baldovini sacerdote fiorentino, morto nel 1716 in età di ottantadue anni, pubblicò nel 1694 il Lamento di Cecco da Varlungo, riprodotto poscia nel 1755 colle note di Orazio Marrini, componimento giocoso contadinesco, e uno de’ migliori in tal genere che abbia la volgar nostra lingua. Di altre sue Poesie altre stampate, altre inedite, si può vedere il co. Mazzucchelli (Scritt. ital. t. 2, par. 1 p. 157, ec.), e la Vita che del Baldovini ha scritta il sig. Domenico Maria Manni, e che è premessa alla sopraccitata seconda edizione. Anche Girolamo Leopardi fiorentino fin dal principio del secolo fu non infelice scrittore di poesie giocose„. Antonio Malatesti fiorentino, morto nel 1672, oltre diverse rime, fu autore De’ Brindisi de’ Ciclopi, componimenti in quel genere pregiatissimi; e leggiadri ancor ne sono gli Enimmi, che volgarmente diconsi indovinelli. Ne’ sonetti anacreontici esercitossi con molta felicità fin dagli ultimi anni del secolo precedente il P. Antonio Tommasi lucchese della Congregazione della Madre di Dio, che continuò poscia ancor per più anni a darci pruove de’ poetici suoi talenti.


Elogio del senator Filicaia XII. Ma fra molti Toscani a’ quali la poesia italiana dee o l’aver conservata la sua natia eleganza, o l’averla presto ricuperata, due