Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 2, Classici italiani, 1824, XV.djvu/171

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TERZO (x)5 rima, e per 1’eleganza dello stile c per l’utilità ile’ precetti, ò una delle più pregevoli che abbia la nostra lingua. Nelle Satire italiane ei non ha chi gli possa stare al confronto; e solo ad esse si accostano quelle di Lodovico Adimari, da noi nominato poc’anzi, e più da lungi quelle di Salvator Rosa poeta e pittore napoletano, e più celebre per la pittura che per la poesia, morto in Roma nel 1675. Ei volle ancora provarsi nel genere epico, e intraprese un poema sul Paradiso terrestre, ma ne scrisse tre libri soli, i quali benchè abbian più tratti degni del loro autore, ci mostran però, eli’ egli era più felice ne’ brevi componimenti, clic in que’ che richieggono lungo lavoro. La sua Accademia tuscolana è un’imitazion dell’Arcadia del Sannazzaro, tale però, che è appunto come una copia , per altro di molto pregio , in confronto al suo originale. Ei fu per ultimo scrittore elegante anche in latino, come ci scuoprono le molte cose da lui in quella lingua scritte sì in prosa che in verso. Tutte le opere di questo valoroso poeta sono state insieme riunite, e in quattro tomi stampate in Firenze nel 1731. XIV. Mentre il Menzini faceva ammirare a Roma i poetici suoi talenti, più altri valorosi poeti erano ivi raccolti, che sotto la protezione della reina Cristina, e poscia del pontefice Clemente XI, faceano risorgere all’antico suo vanto la volgar poesia, e la vendicavano dagli oltraggi che il reo gusto di più altri poeti le avea recato. Molti potrei io qui indicarne; ma perchè non debbo ragionar di coloro che vissero ancora non pochi anni del XIV. Porli prolriti dal la retila (‘.rittili*: Alr>’W dro Guidi.