Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 2, Classici italiani, 1824, XV.djvu/188

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712 unno ancora a lungo (ib. pars i, />. ir), cc.) deliV mor incostante e della intollerabil superbia di Belmonte Cagnoli, che colla sua Aquileia distrutta, stampata nel 1628 , pretese di aver fatto un poema miglior di quello del Tasso, ma fu il solo che se ne mostrasse persuaso. Niccolò Vib lani pistoiese, grande difensor del Marini, autore di alcune Satire latine scritte con molta eleganza , e di un pregevole Ragionamento sulla {)oesia giocosa, pubblicato sotto il nome deb ’Accademico Aideano, volle provarsi ancora nel genere epico, e prese a scrivere un poema intitolato la Fiorenza difesa; ma egli nol potè finire, e avrebbe probabif alla luce. Il co. Girolamo Graziani, natio della Pergola, ma vissuto quasi sempre in luminosi impieghi alla corte di Modena a’ tempi del duca Francesco I e de1 successori, oltre molte altre poesie di diversi generi, due poemi ancora ci diede, uno in vcntisei canti, intitolato il Conquisto di Granata, l’altro in tredici, intitolato la ossciTa che il Ceba sospettò a ragione che qualche cosa muncassc all’opera ili Tcofrasto appunto ove si son poi trovati i suddetti Capi. 11 Ceba è uno de’ più colti scrittori che vivessero al principio del secolo xvu. E vuoisi che nel suo Dialogo del Poema epico, eh’ei finge tenuto prima che si pubblicasse la Gerusalemme del Tasso, prendesse di mira, benché senza nominarlo, questo poema , mostrando clic in più luoghi ei non segue i precetti della Poetica d’Aristotile, i quali ei si vantava di aver seguiti a rigore nella sua Estcrre. Ma questa non trova ornai più chi la legga ^ e il Tasso, tinche il buon gusto non perirà, avrà sempre lodatola e ammiratori il consiglio di chi dopo