Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 2, Classici italiani, 1824, XV.djvu/209

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TERZO - 7 33 italiano, se l’autore seguendo l’uso di quell’età, non P avesse scritta con uno stile troppo lirico, che mal conviene a tal genere di poesia. Egli è ancora autore di altre Rime , e di un poema eroico-comico intitolato L’asino stampato in Venezia nel 1652 , e diviso in dieci canti (a). Finalmente Antonio Muscettola napoletano ci diede la Rosminda e la Belisa, e della seconda di queste tragedie prese a considerare i pregi il celebre Angelico Aprosio in un suo libro sotto il nome di Oldauro Scioppio stampato nel i(JC»4- F queste tragedie ci basti l’avere accennate fra mille altre che pur potrebbonsi nominare, se tale fosse il lor pregio che l’Italia potesse a ragione andarne lieta e gloriosa. XXVII. Ma se la tragedia italiana nel corso sviv,’>|li,di di questo secolo non fece que’ felici progressi mmimI». che dallo stato a cui essa era giunta nel secolo precedente, poteansi aspettare, più infelice ancora fu la sorte della commedia, la quale venne talmente degenerando, ch’essa comunemente non fu più che un tessuto di ridevoli buffonerie, senza regolarità e senza verosimiglianza d’intreccio e senza ornamento alcuno di stile, e spesso ancora ripiena di oscenità e di lordure, per ottenere dalla vil plebaglia quel plauso (a) Il co. Carlo de’ Dottori fu amicissimo e corrispondente del Redi*, c molte delle lettere che questi scrisse l O/). t. 4, p. I, ec. ed. Neapol. 1778) fanno conoscere in quanta stima ne avesse il talento e le poesie; e certo il Redi era uomo , quant’altri mai fosse, spet to a conoscere ti \ero merito, e a disceruere il buon gusto dal reo.