Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 2, Classici italiani, 1824, XV.djvu/214

Da Wikisource.

7^8 LIBIIO stesamente l’accennata origine della sua disgrazia) e a’ 26 di aprile del 1601 racconta che il Bonarelli avea ottenuto di venire a Modena a baciar la mano al duca prima di ritirarsi a’ suoi castelli. Il suddetto dramma fu da lui pubblicato in Ferrara nel 1607, e fu allor fatto solennemente rappresentare dagli Accademici Interpreti di quella città, de’ quali egli era stato uno de’ primi fondatori. L1 applauso con cui esso fu ricevuto, ne fece poscia moltiplicar l’edizioni, e alcune ne ha vedute il nostro secolo ancora e in Italia e oltremonti, ed è anche stato tradotto in francese e in inglese. Ed è sentimento comune de’ dotti, che dopo l’Aminta del Tasso e il Pastor fido del Guarini debbasi a questo il primo luogo. Ma se que’ primi due drammi venner da alcuni ripresi, perchè i pastori vi s’introducessero a ragionare con sentimenti e con espressioni troppo raffinate, molto più deesi questa critica alla Filli di Sciro , in cui, oltre un raffinamento anche maggiore, si veggon non pochi saggi del guasto stile che allor tanto piaceva. Ne fu ancora in qualche parte biasimato l’intreccio, e singolarmente il doppio amore di cui egli fa compresa la sua Celia; e questa accusa diede occasione a’ discorsi eh’ ci pubblicò in sua difesa. Intorno alle quali, e a più altre notizie delie opere del Bonarelli, io rimetto chi legge a quelle notizie che ce ne somministra il conte Mazzucclielli. k XXIX. XXIX. Ma a niun genere di poesia teatrale drammi per fu in questo secolo l’Italia sì ardentemente rivolta, come a’ drammi per musica , i cui