Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 2, Classici italiani, 1824, XV.djvu/228

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IV. Altri poeti. r-Sa libro IV. Nell’Accademia degli Umoristi in Roma, di cui a suo luogo abbiam fatta menzione, fu con molto ardor coltivata la poesia latina; e l’Eritreo ne annovera alcuni che in ciò ottennero maggior lode, come Fabio Leonida (Pinacoth. pars 1, p. 49)> Arrigo Falconio (ib. p. 53), Gianfrancesco Paoli (ib. p. 54) e Giorgio Porzio (ib. pars 3, n. 32), che frequentò quella del Cardinal Deti. Ma questi non son tai nomi che vaglia la pena di parlarne distintamente. Delle Poesie de’ due sommi pontefici Urbano VIII e Alessandro VII si è già parlato nel ragionar del favore di cui essi onoraron gli studi. Tra’ poeti di questo secolo, che non debbon del tutto essere trascurati, possiamo accennare Giammarco Fagnani nobile milanese, autore di un poema latino intitolato De Bello ariano, in cui descrive la guerra che, secondo la popolar tradizione, mosse l’arcivescovo S. Ambrogio agli Ariani in Milano. Egli per altro appartiene con più ragione al secolo precedente, che a questo, perciocchè egli era nato fin dal i5a4Gosì io raccolgo da una lettera a lui scritta da Aquilino Coppini a’ 10 d’agosto del 1608, in cui afferma ch’egli ha ottantaquattro anni, nella quale ancor fa menzione di alcune altre poesie del Fagnani, che non han veduta la luce (Coppini Epist. p. 70). Ma il suddetto poema non fu da lui pubblicato che nel 1604. L’Argelati, «li cui altrove abbi a in fatta menzione, e «li Natal Rondinino segretario delle Jctteie a" principi «li Alessandro VII, e canonico dilla basilica \ alienila, unirlo nella fresca età «li soli treni’ anni (lionati>. de cl. Ponti f Epist. Script, p. 283).