Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 2, Classici italiani, 1824, XV.djvu/27

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TERZO 551 biblioteca da lui formata, la condusse a fine, e la pubblicò in Milano nel 1683. E forse più altre pruove ci avrebbe egli date di questo suo studio, se la morte non l’avesse sorpreso in Milano nell’età di soli ciuquantadue anni nel i(>()-. Di lui e di qualche altra opera di esso parla l’Argelati (Bibl. Script, mediol, t. 2, pars 2, p. 21’i’ j, ec.). Pare che alcune giunte pensasse di farvi il P. Giannantonio Mezzabarba Somasco di lui figliuolo, che nel più bel fior dell1 età, e nelle più liete speranze che dava de’ più felici successi nella letteratura e nell1 antiquaria singolarmente, fu rapito dalla morte in Milano in età di trentacinque anni nel 1705 (V. ib. t. 2, pars 1, p. 912). L’Argelati parla di qualche opuscolo che se ne ha alle stampe, e il chiarissimo sig. Crevenna ha pubblicate alcune lettere a lui scritte dal Muratori, le quali pruovan la stima in cui egli lo avea (Catal. raison. t. 6, p. 223 , ec.). Una di esse però ci muove qualche sospetto che l’opera sopraccitata dal conte Francesco, in ciò che appartiene alla cronologia ed ad altre osservazioni, sia in gran parte fatica del Cardinal Noris , il quale in fatti anche nelle antichità era versatissimo, e ce ne fanno fede le sue Dissertazioni su due Medaglie di Diocleziano e di Licinio , i Cenotafii pisani da lui illustrati (a), l’Epoche de’ Siro-Macedoni , i • | (a) Negli Elogi degP illustri Pisani (t. 3, p. 357) si è mostrato insussistente il sospetto che il cardinale si fosse in quest’opera giovato di quella che poco prima avea scritta sullo stesso argomento Giovanni Pagni pisano , che è inedita.