Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 2, Classici italiani, 1824, XV.djvu/274

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7yS LIBRO nel 1G28, e fu iu concetto di uno de’ più valorosi pittori che allora vivessero, in ciò singolarmente che appartiene alla facilità e alla grazia, e all’espressione delle passioni dell’animo , impiegato perciò da molti principi italiani e oltramontani, e da essi a gara onorato. Egli ebbe l’onore di esser principe della celebre Accademia Clementina di Bologna , fondata al principio del nostro secolo , e morì in Forlì nel 1719- Tra i seguaci della scuola carraccesca si annovera ancora Michelangiolo da Caravaggio di cognome Amerighi. Egli, dice il Passeri p. 62, ec.)} fece qualche giovamento al gusto di quella nuova scuola promossa da’ fratelli Carracci, e da’ loro scolari; perchè essendo uscito fuora con tanto impeto con quella sua maniera gagliarda fece prendere fiato al gusto buono, ed al naturale, il quale era allora sbandito dal mondo, che solo andava perduto dietro a un dipingere ideale e fantastico — Bene vero, dì egli non abbellì il nuovo suo gusto con quelle vaghezze, colle quali la scuola Carraccesca lo ha portata all’estrema, cioè rendendolo pieno di piacevolezza e di delizie, ricco nelli componimenti, adorno di accompagnature , e discreto in tutto il portamento. Tuttavia aperse una strada, per la quale fece tornare in vista la verità, dì crasi ad un certo modo da lunghi anni smarrita. Di questo capriccioso pittore , un de’ più strani umori che mai si vedessero, e che morì in Porto Ercole in età di soli quaranl’anni nel 1609, si può vedere la Vita presso il citato scrittor francese (Abregé, ec. t. 2, p. 81).