Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 2, Classici italiani, 1824, XV.djvu/300

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ftif da lui fondalo, con questo elogio della nazione spagnuola: Così alla nazione spagnuola, che fin dal secolo precedente avea a questa università inviati alunni e professori di non ordinaria fama , si agevolò sempre meglio la via per frequentare queste celebri scuole? E dopo ciò , poteva io aspettarmi di vedermi citato in giudizio per avere dimenticato il Cardinal Albor1107,? Dico in terzo luogo, che il sig, abate Lampillas dissimula più cose che fanno in mio favore, e distruggon l’accusa che ei mi ha intentata, sì perchè egli tutto intento a raccogliere ciò di’ io ho scritto contro alcuni autori spagnuoli non riflette che colla medesima libertà io ho scritto contro alcuni autori italiani, sì perchè ei non si compiace di rilevare non pochi tratti della mia Storia che alla Spagna e agli scrittori spagnuoli sono assai onorevoli. Ho biasimato lo stil di Lucano, e ciò, secondo l’abate Lampillas, perchè Lucano fu spagnuolo, e per lo stesso fine io ho parlato mal di Marziale. Ma son essi forse i soli poeti de’ quali io abbia ripreso lo stile? Io ho pur detto, parlando di Valerio Flacco italiano (t. 2), che a chiunque dalla lettura di Virgilio passa a quella di 1 alerio Fiacco, sembra di passare da un colto e ameno giardino a uno sterile e arenoso deserto; anzi io ho antiposto Lucano allo stesso Valerio Flacco , soggiungendo: Nè io penso che questo poeta debba aver luogo tra quelli che per volersi spinger troppo oltre, abusarno del loro disegno, come Lucano, ma sì tra quelli che a dispetto della natura