Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 2, Classici italiani, 1824, XV.djvu/324

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848 che io assicuro, è, eh’essa nulla serva a cancellare l’impressione che nel pubblico ha fatto il mio Saggio apologetico, poichè essa non è contro il di lui carattere morale, ma bensì forse non poco contro il di lui carattere letterario, cioè di pregiudizi mal fondati, di critica poco esatta in alcuni punti, e di mancanza di buon ordine in qualche parte della Storia letteraria. Su questi punti aspetta impaziente il pubblico la risposta, mentre riguarda come inutile ed importuna la pubblicata. SECONDA ACCUSA. L’abate Lampillas fa dir all’Abate Tiraboschi cose ch’egli non ha dette. Ecco la prima di quelle tre gravissime accuse, con cui il sig. abate Tiraboschi con buonissima intenzione pretende far credere al pubblico che! l’Ab Lampillas non ha usata nel suo scrivere quella buona fede che dagli uomini onesti non deesi mai dimenticare (lett. p. 6.). L’abate Lampillas, egli dice, mi fa dir cose di io non ho dette, e ne reca in prova le seguenti parole da me scritte (tom, 1). La dominante nazione spagnuola porta seco il contagio del cattivo gusto in genere di letteratura, le quali pretende che siano da me recate come formali e precise parole del sig. abate Tiraboschi. A vista di questa pretesa infedeltà non può a meno di non perder la pace il sig. abate, e d1 esclamare: ma dove sono elleno cotai